Edizione di riferimento:
Iulii Severiani, Praecepta artis rhetoricae summatim collecta de multis ac syntomata, introduzione, edizione critica e traduzione italiana a cura di Anna Luisa Castelli Montanari, Bologna 1995.
Già dal titolo i Praecepta artis rhetoricae summatim collecta de multis ac syntomata si presentano come un’opera ad uso pratico, scolastico e propedeutico all’attività forense (Castelli Montanari). Più che di un trattato originale, si tratta infatti di un compendio di norme tratte dalle auctoritates del passato; nell’introduzione è lo stesso Giulio Severiano ad ammettere di non aver apportato alcuna aggiunta a quei precetti che ha stralciato dagli antichi, semplicemente raccolti, spesso in forma abbreviata (in quasdam sermonis angustias coartasse). La fonte principale è naturalmente Cicerone, tuttavia le citazioni raramente sono corrette, ma si presentano ampliate o modificate per poter meglio rispondere al tema proposto.
L’opera, concepita nella sua struttura come un piccolo manuale di esercizio retorico è suddivisa in capitoli di varia ampiezza, ciascuno dei quali affronta un tema legato all’esercizio retorico, a partire dalla definizione dell’ars per giungere fino agli epiloghi. Il trattato, coerentemente con la sua natura di testo scolastico, si chiude con un monito al costante esercizio, senza il quale anche la conoscenza di tutti i precetti elencati in precedenza sarà inutile se non dannosa. [Alice Borgna]