Edizione di riferimento:
Iuli Valeri Res Gestae Alexandri Macedonis translatae ex Aesopo Graeco, adhibitis schedis Roberti Calderan edidit Michaela Rosellini, editio correctior cum addendis, Monachii et Lipsiae 2004 (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana).
Le Res gestae Alexandri Macedonis di Giulio Valerio sono la traduzione latina del cosiddetto Romanzo di Alessandro, falsamente attribuito dalla tradizione a Callistene. L’opera fu scoperta da Angelo Mai all’inizio dell’800 in un codice Ambrosiano (X-IX sec.), che contiene anche l’Itinerarium Alexandri (v. scheda apposita), e da lui edita per la prima volta nel 1817. Il testo, lacunoso nel codice Ambrosiano, è conservato in modo più completo da un codice Parisino del XII-XIII sec., ed era presente in un palinsesto Taurinense risalente al secolo VIII, andato distrutto nell'incendio della Biblioteca Nazionale di Torino del 1904. La genesi del Romanzo greco, in cui convergono i racconti leggendari sorti intorno all’impresa del Macedone,è controversa, ma di recente se ne è individuata la prima formazione già in epoca ellenistica (Stoneman), poi tante volte ricopiata e rimaneggiata, sì che a noi ne sono giunte varie diverse redazioni. La traduzione di Giulio Valerio non corrisponde esattamente a nessuna di esse, anche se si apparenta meglio con la più antica recensione α, e si data senz’altro posteriormente al 270 d.C., anno dell'ampliamento delle mura di Roma da parte di Aureliano, menzionata in I 31. L’indiscutibile legame con l’Itinerarium Alexandri nella narrazione di alcuni episodi ha fornito tradizionalmente un terminus ante quem per la datazione delle Res gestae, dato che l’Itinerarium fu scritto con sufficiente sicurezza intorno al 340 d.C. e sembra avere le Res gestae tra le proprie fonti. La mancata menzione di Costantinopoli tra le città più grandi del mondo porterebbe a precisare ulteriormente la composizione delle Res gestae come precedente al 330 d.C. Non è convincente la tesi sostenuta di recente da Jean-Pierre Callu (2010), il quale vorrebbe rovesciare il rapporto pensando ad un’imitazione dell’Itinerarium da parte di Giulio Valerio, la cui traduzione verrebbe spostata verso la fine del secolo. Il racconto è organizzato in tre libri, Ortus, Actus, Obitus Alexandri e segue l’impresa di Alessandro lungo un percorso fantasioso, molto diverso da quello storicamente documentato, che porta Alessandro in occidente, a Roma e a Cartagine, prima di iniziare l’impresa vera e propria contro i Persiani. Intercalate alla narrazione sono lettere scambiate da Alessandro col re persiano Dario, col maestro Aristotele sui mirabilia dell’India, con la madre Olimpiade, coi filosofi Bramani, che hanno avuto anche in parte vita e tradizione autonoma, sia nelle redazioni greche sia in quelle latine. La fortuna delle Res gestae fu enorme in tutto il Medioevo ed oltre, con epitomi, rifacimenti e traduzioni nelle lingue romanze. [R. Tabacco]