Edizione di riferimento:
Malli Theodori De metris, introduzione, edizione critica e traduzione a cura di Francesca Romanini, Olms, Hildesheim (GCL 4) 2007.
Il trattato De metris ben si colloca per struttura all’interno della manualistica di IV secolo, caratterizzata da semplicità e chiarezza dispositiva, dove la sistemazione teorica dei fenomeni metrici conosce uno sviluppo piuttosto ridotto, a favore invece di un maggiore sforzo nell’organizzare la materia in strutture schematiche e perspicue. Il trattato si articola in quattro ordinate sezioni:
- un capitolo prefatorio (cap. I), che contiene la dedica al figlio e un’introduzione generale;
- una breve parte propedeutica (capp. II-IV), dedicata ai concetti fondamentali della disciplina, la sillaba (II), i piedi (III) e i genera metrorum (III);
- la sezione metrica vera e propria (V-XII), strutturata seguendo l’organizzazione dei metra prototypa e chiusa dall’accenno, poi non sviluppato, ai metra mixta o composita;
- un epilogo (XII 6, 7) che riassume e ribadisce l’organizzazione e la finalità didattica del manuale.
In questo prontuario compatto e lineare, un notevole sforzo di riorganizzazione delle fonti riconduce tutto il materiale precedente ad un’unica struttura, derivante dal sistema dei prototypa: ciascuno degli otto capitoli della sezione metrica vera e propria è infatti dedicato all’esposizione di un genus fondamentale e dei singoli metri a lui riconducibili. Se tali evidenti ragioni di semplificazione didattica determinano quindi un approccio nei confronti della materia generalmente descrittivo, tale carattere di compilazione essenziale e pragmatica non implica, tuttavia, una trascuratezza stilistica: il De metris è infatti caratterizzato da una ricercata eleganza formale di ispirazione ciceroniana, che si esplicita in una costruzione sintattica articolata e in un’accurata scelta lessicale. [A. Borgna]