Edizione di riferimento:
Martiani Capellae De Nuptiis Philologiae et Mercurii, Libri I-II, a cura di Lucio Cristante, traduzione di Luciano Lenaz, commento di Lucio Cristante, Ireneo Filip, Luciano Lenaz, con un saggio inedito di Pietro Ferrarino, Hildesheim 2011 (Bibliotheca Weidmanniana, 15).
Il De Nuptiis Philologiae et Mercurii è un’opera in prosimetrum – tecnicamente una satura Menippaea – divisa in nove libri e composta da Marziano Capella probabilmente nella prima parte del V secolo (vedi scheda autore). L’autore immagina di narrare al figlio Marziano (I, 2) la fabula delle nozze tra Mercurio e Filologia (libri I-II). Mercurio dà in dote a Filologia sette virgines che rappresentano le sette artes liberales e che esporranno davanti al consesso celeste i fondamenti della disciplina di cui ciascuna di esse è eponima. Le fanciulle sono Grammatica (libro III), Dialettica (IV), Retorica (V), Geometria (VI), Aritmetica (VII), Astronomia (VIII) e Musica (IX). Nel gioco metaletterario contenuto in quest’opera, Marziano organizza un piano paideutico che innanzitutto si configura come recupero delle discipline enciclopediche e del loro statuto epistemologico (Cristante 2008; Schievenin 2009). Tuttavia, Marziano non si preoccupa solo di ciò, ma riorganizza queste artes e ne garantisce la trasmissione affidando al figlio la sua senilis fabula (IX, 997). A guidare queste discipline è Filologia, l’unica in grado di salvare e di organizzare la totalità del sapere (Cristante 2008; Ferrarino 2011). Il ruolo di Filologia emerge in particolare dalla lode che le nove Muse le cantano, scandita dall’antifona Scande templa, virgo, digna tanto foedere: te socer subire celsa poscit astra Iuppiter (II, 117 - 126). Questa summa di saperi ebbe una straordinaria fortuna nel Medioevo, che recuperò da Marziano l’organizzazione della conoscenza in sette arti, base del futuro trivio e quadrivio (Nuchelmans 1957). Alla fortuna di questo testo è legata la notevole proliferazione di testimoni manoscritti, completi o parziali (234 secondo il censimento di Leonardi 1959-1960), per quanto la prima edizione a stampa sia comparsa solo nel 1499 (a Vicenza, per i tipi di Enrico di Ca’ Zeno da Sant’Orso). [G. Cattaneo]