Edizione di riferimento:
Grammatici Latini, VII. Scriptores de orthographia. Terentius Scaurus, Vellius Longus etc., ex recensione H. Keilii, Hildesheim 1961,165-199 (reprografischer Nachdruck der Ausgabe Leipzig 1880).
Martirio è autore di un’opera nota col titolo De b muta et v vocali, la quale, oltre a essere trasmessa autonomamente da alcuni codici, è stata anche oggetto di un lavoro epitomatorio da parte di Cassiodoro ed è inclusa - nella forma ridotta - nel suo De orthographia. Sapendo che quest’ultima opera è del 580 d.C., deduciamo che il De b muta et v vocali deve essere stato composto prima di tale data. Dopo un’introduzione in cui sottolinea orgogliosamente che la differenza tra b muta e v vocalis non era mai stata trattata in precedenza dai grammatici, Martirio spiega l’utilizzo di entrambe nelle sillabe iniziali, centrali e finali prima dei nomi e poi dei verbi. L’aver fatto ricorso anche a opere grammaticali greche ha consentito a M. di fornire chiarimenti anche su questa lingua e, addirittura, sul testo di Omero. Nel trattato risulta evidente l'influenza della tradizione scolastica grammaticale e le regulae prese in esame vengono arricchite da elementi onomastici utili per identificare le differentiae verborum (Pugliarello). [A. Balbo-S. Mollea]