Edizione di riferimento:
Il Prodigiorum liber è una raccolta di fatti straordinari derivati da materiali di origine liviana, probabilmente mediati da un Chronicon sconosciuto, come accade per Eutropio. Il titolo dell'opera recita Iulii Obsequentis ab anno urbis conditae quingentesimo quinto prodigiorum liber imperfectus, ma (a parte il termine imperfectus aggiunto forse dall'editore della princeps, una Aldina del 1508) il testo comprende i prodigia non a partire dal 249 a.C. (505 AUC, anno in cui i pontefici cominciarono a registrarli), ma dal 190 e fino all'11 a.C.: è probabile che una prima parte del liber sia andata perduta (Rossbach). Del testo, purtroppo, non rimangono manoscritti: l'Aldina (che comprendeva anche le lettere di Plinio il Giovane e il panegirico a Traiano, il De viris illustribus e il De grammaticis et rhetoribus svetoniani) si fondava sulla trascrizione di un codice che Aldo Manuzio aveva avuto da fra' Giocondo di Verona nel 1506; il frate domenicano aveva ritrovato in Francia all'inizio del XVI secolo un manoscritto di Ossequente insieme con quello di Plinio e lo aveva trascritto, ma l'originale andò poi perduto. L'opera manca di prefazione (fatto che rafforza l'ipotesi della caduta iniziale) e reca per ogni fatto la datazione consolare e la descrizione; il linguaggio è scarno e i singoli prodigia sono accostati in brevi frasi che sembrano voler rinunciare a ogni pregio linguistico a favore della volontà di stupire il lettore, che non pare dovesse essere di livello elevato. [A. Balbo]