Edizione di riferimento:
C. Jeudi, La tradition manuscrite du "De aspiratione" attribué au grammairien Phocas, in Hommages à André Boutémy, Bruxelles 1976, pp. 197-215 (edizione alle pp. 212-215).
Pur includendola nella sezione dei Grammatici Latini riguardante Foca, Keil riteneva che per motivi stilistici il De aspiratione non fosse opera dello stesso autore dell’Ars de nomine et verbo; l’idea è stata ripresa e accettata da Kaster. Effettivamente, se le ambizioni di letterarietà dell’Ars sono limitate, quelle di questo brevissimo scritto – appena due pagine nell’edizione di Keil – sono nulle. Privo di qualsivoglia introduzione o conclusione, privo di citazioni letterarie o riferimenti alle fonti, questo trattatello si limita a riferire i casi in cui sia in latino sia in greco è necessario che una sillaba sia aspirata o viceversa psilotica, includendo talvolta delle eccezioni. I manoscritti risalgono al XV secolo e può darsi che il testo sia opera di un umanista sconosciuto (Jeudy). [S. Mollea]