Edizione di riferimento:
U. Schindel, Zur spatantiken Wissenschaftsgeschichte: eine anonyme Schrift uber Philosophie und ihre Teile (Paris BN 7530), Göttingen 2006 (Nachrichten del Akademie der Wissensschaften in Göttingen. 1. Philologisch-historische Klasse).
Il testo, adespoto, si configura come un breve manuale scolastico sulle arti liberali. È contenuto nel codice Parisinus latinus 7530 (Bibliothèque Nationale de France. Département des Manuscrits), vergato in minuscola beneventana, e si trova ai ff. 62v - 65v. Il manoscritto conserva testi di tradizione grammaticale e retorica, ed è stato senza dubbio vergato a Montecassino negli anni in cui fu abate Teodemaro, tra il 777-78 e il 796; la certezza è data dal fatto che è opera della stessa mano, con l’eccezione di pochi interventi esterni, e che conserva un Calendarium (ff. 277v - 280r) in cui sono contenuti elementi cronologici ascrivibili a quegli anni. Probabilmente il manoscritto fu rimosso da Montecassino durante il IX secolo e conservato in una biblioteca priva di scuola interna, poiché presenta un numero assai ridotto di glosse. Nel 1447 si trovava nella biblioteca della cattedrale di Benevento, dove è probabilmente rimasto fino al XV secolo; fu in seguito acquisito dall’arcivescovo di Reims, Charles-Maurice Le Tellier (1671-1710); nel ‘700 quest’ultimo donò la sua collezione alla Biblioteca Reale, il cui patrimonio librario passò alla Bibliothèque Nationale. L’editio princeps è stata curata da Ulrich Schindel in un contributo apparso in un volume miscellaneo del 2004, seguito da uno studio complessivo, sempre con edizione, del 2006. Il testo, che presenta notevoli apporti tratti dalle relative sezioni tematiche delle Institutiones di Cassiodoro e delle Etymologiae di Isidoro di Siviglia, contiene alcune nozioni di base sulle discipline liberali; il suo nucleo originario, sulla base di testimonianze di Girolamo e Agostino e in considerazione del lessico utilizzato, è però ascrivibile alla fine del IV secolo e reca, come ha dimostrato Schindel, inconfutabili tracce del IV libro delle Disciplinae varroniane, in particolare nella sezione De geometria.
L’opera si presenta suddivisa in 17 sezioni di diversa estensione. La prima parte contiene la spiegazione dei termini philosophus e philosophia; di quest’ultima si illustra la canonica trimoda divisio in phisica, ethica e logica; il paragrafo Divisio phisice rappresenta poi l’anello di congiunzione per la seconda parte del manualetto, che contiene un’esposizione delle arti liberali prendendo l’avvio da quelle ritenute il campo specifico della fisica. Secondo l’anonimo autore, esse sono arithmetica, geometria, musica, astronomia, astrologia, mechanica, medicina. La arithmetica è considerata la disciplina imprescindibile, fondamento delle altre in quanto detentrice del concetto e della progressione ordinata del numero, essenziale nella definizione epistemologica delle successive. La geometria è detta disciplina magnitudinis: in questo paragrafo, secondo Schindel, è possibile riconoscere il rapporto di derivazione che, rispetto alle definizioni varroniane, ebbero l’autore di questo trattatello, insieme al Cassiodoro delle Institutiones e al de geometria dello Ps. Boezio, ascrivibile al massimo al secolo VIII. Della musica, definita ars spectabilis, si ricostruisce l’etimologia e la storia, la sua relazione con l’armonia cosmica e gli effetti sull’animo umano. La astronomia (astrorum lex) e la astrologia differiscono in quanto la prima descrive con rigore scientifico le traiettorie, i movimenti e l’aspetto dei corpi celesti, mentre la seconda è partim naturalis partim superstitiosa, in quanto non si limita alla descrizione, ma trae auguria e prova a definire i mores umani in base alla corrispondenza tra posizione dei corpi celesti da un lato, corpo e anima dell’uomo dall’altro. A una breve definizione della mechanica segue la descrizione della medicina, scientia curationis; la sua etimologia deriva a modo, id est temperamento; segue una breve storia della medicina, che da Apollo (metodica) si evolve con Esculapio (inpirica) fino a culminare in Ippocrate (rationalis).
All’analitica descrizione delle artes connesse alla fisica segue una sintetica esposizione dell’ethica, che è presentata come bene vivendi magistra ed è divisa in quattro principali virtutes (prudentia, iustitia, fortitudo, temperantia); la sua invenzione è attribuita a Socrate. La logica infine, attribuita a Platone, è esplorata attraverso la sua canonica divisione in retorica, ratio dicendi, con la sua suddivisione nei tria genera, e dialettica, ratio sive regula disputandi; la logica raggiunge il culmine con il metodo aristotelico. [D. Di Rienzo]